martedì 8 gennaio 2013

MWL 5#: Alfabeto di strega: P - come PAN

DIO PAN
 
 
Dio greco, di carattere fallico,considerato come il dio della masturbazione e del vizio, venerato soprattutto nell'Arcadia.
Secondo una tradizione evocata dall' Inno omerico a Ermes, Pan nacque dall'unione di Ermes con Driope, figlia di Driops (l'uomo della quercia) presso il quale Ermes era pastore (come Apollo al servizio di Admeto). Il fanciullo divino fu partorito con il volto barbuto, le corna e i piedi di capra, e la madre atterrita lo abbandonò. Ermes allora lo avvolse in una pelle di lepre e lo portò sull'Olimpo, facendolo sedere fra gli dei, che se ne rallegrarono.
Per assonanza con la parola, tutto, si disse che il dio du chiamato Pan poichè "tutti" gli dei furono lieti di accoglierlo. Pan infatti portava ovunque la gioia turbolenta e chiassosa delle primordiali feste pastorali che potevano concludersi nell'orgia.
Nella sua figura l'elemento fallico si univa ad attributi che evocavano sia l'abbandono orgiastico, sia l'oscurità, sia il terrore, gli inferi.
Era la consueta ambivalenza dionisiaca dell'elemento sessuale, partecipe insieme della vita e della morte; e Dionisio accoglieva nel suo corteggio tanto il grande Pan, quanto alcuni piccoli Paniskoi, analoghi ai satiri.
L'immagine di Pan era considerata dai greci come una componente costante del mondo divino, anche se questo concetto contrastava con ilmito della nascita del dio da Ermes e Driope che lo faceva comparire sull'Olimpo solo in un secondo momento.
Si parlava infatti di molti Pan, corrispondenti alle varie generazioni degli dei(Titanopan,Diopan,Ermopan,Egipan), e si diceva che un Pan era figlio di Zeus e gemello di Arcade, e che un altro Pan era figlio di Crono, un Pan aveva aiutato Zeus nella lotta contro i Titani.
La tradizione mitica conserva il ricordo di numerose avventure erotiche di Pan, e soprattutto della sua unione notturna con Selene, la luna, la quale prima lo rifiutò e poi ne fu sedotta quando Pan si avvolse nel vello bianco di una pecora. Pan insidiò anche Pitis, Siringa, ed Eco, ma ogni volta gli accadde quello che successe ad Apollo con Dafni: Pitis si trasformò in un pino, Siringa in una canna (da dove poi è stata creata syrinx il famoso flauto di Pan) e di Eco rimase solo la voce.
"James Hillman, lo psicologo americano, sostiene che Pan è l’inventore della sessualità non procreativa, e gli attribuisce il ruolo di dio della masturbazione: nel libro "Saggio su Pan" Hillman traccia un contrasto netto tra la figura di Pan e la figura di Cristo"(fonte wiki).
 
La lotta contro Tifone

Un ruolo importante di Pan fu la sua partecipazione alla lotta degli Olimpi contro Tifone, un mostro generato da Gea e Tartaro, dotato di ali, cento teste, occhi terrificanti e voci spaventose che uscivano da cento bocche e con la parte inferiore del corpo avvolta in due gigantesche spirali serpentiformi; Tifone entrò in competizione con Zeus per il dominio del mondo, e gli déi nel vederlo fuggirono terrorizzati in Egitto, dove si nascosero assumendo le forme più svariate: Zeus divenne un ariete, Era una vacca bianca, Afrodite si trasformò in un pesce, Ares in un cinghiale, Apollo in un corvo, Artemide in un gatto, Hermes in un ibis (l’animale di Toth, il suo corrispondente egizio), e Dioniso in una capra.
Pan trasformò solo la sua metà inferiore nella coda di un pesce e si nascose in un fiume.
L’unica che non si nascose fu Atena, che denigrando gli altri dèi convinse Zeus a dar battaglia a Tifone. Zeus ebbe inizialmente la
peggio: Tifone lo avvolse con le sue spire e gli recise i tendini di mani e piedi, e lo rinchiuse in una grotta della Cilicia. Pan spaventò il mostro con un tremendo urlo, ed Ermes gli sottrasse i tendini di Zeus che, recuperate le forze, si lanciò su un carro trainato da cavalli alati contro Tifone, bersagliandolo di fulmini e riuscì ad ucciderlo in Sicilia, seppellendolo sotto l’Etna. Da allora il vulcano rivomita periodicamente i fulmini che avevano colpito il drago. Zeus premiò Pan trasformando il suo aspetto ibrido di pesce e di capra in una costellazione, il Capricorno. In questo mito troviamo un altro elemento interessante: la fuga panica come reazione protettiva; protezione per sé stessi, certo, ma sempre un’azione che permette poi di portare aiuto a chi di protezione ha ancora bisogno. L’aspetto protettivo della natura in Pan si rivela oltre che nel suo ruolo pastorale anche nella sua posizione nel seguito di Dioniso, dove Pan porta lo scudo del dio nella marcia verso l’India.

Le forze naturali

Miti e tradizioni legati a Pan possono essere tra quelli che hanno dato origini alla stregoneria, giacché il dio è connesso con la fertilità dei campi, i cui rituali potevano essere anche orgiastici, oltre che essere connesso con la Luna.
Pan rappresenta la Natura in toto, nel bene e nel male, senza nessuna connotazione di stampo manicheistico; è in definitiva una forza grezza della natura, un essere neutrale che può originare creazione come distruzione, al pari di molte altre divinità primordiali come l’indiana Kali Ma, ad esempio.
È interessante notare che la fonte omerica ci dice che appena nato fu avvolto dal padre Hermes in una pelle di lepre e portato sull’Olimpo, dove Dioniso lo accoglie con gioia:
la lepre è un animale sacro ad Afrodite, ad Eros, alla Luna e facente parte del mondo dionisiaco:
l’avvolgere Pan con una sua pelle significa che egli stesso era pienamente parte di questo universo; la paternità di Hermes, e la sua protezione (è lui che lo avvolge nella pelle), danno alle azioni di Pan la connotazione di azioni ermetiche, simboliche, dai messaggi nascosti insomma; la reazione di Dioniso quando le vede testimonia la grande simpatia tra questi due dèi: con essi forma una sorta di triade ideale.
Il collegamento con la Luna diventa evidente nel mito della seduzione di Selene: seduzione che operò con l’inganno (tratto caratteriale tipico di Hermes), poiché la dea lo rifiutava. Pan usò un trucco, e nascose il suo ispido pelo caprino sotto un velo candido, oppure sotto il vello di un agnello; così mascherato la dea non lo riconobbe, ed acconsentì a salirgli in groppa, e il dio poté finalmente possederla: sembra un chiaro riferimento i riti orgiastici ed ai Sabba pagani celebrati a Beltane.
Sempre in tema di rito orgiastico, si narra che Pan si accoppiasse con le Menadi (probabilmente con tutte), le quali erano le sacerdotesse del Dio, cosa che ci riconduce a quanto appena detto:
Pan è quindi il Dio-Capro delle streghe, la personificazione di ciò che è completamente naturale, di quell’istinto che è l’urgere della natura, e ben si abbina con Dioniso che impersona il potere della forza produttiva della Natura.

Il bimbo abbandonato

C’è un altro aspetto di Pan su cui può essere interessante soffermarsi: la solitudine; fin dall’inizio, da quando venne abbandonato dalla madre, Pan è solo. Hermes lo porta in cielo, ma lo presenta come una cosa buffa, e gli chiede di non far sapere troppo in giro che è suo figlio:
solo Dioniso, anche lui è stato privato della madre –addirittura fin da prima della nascita- ed esule ramingo, lo prende realmente a benvolere:
in questo contesto le connotazioni di fertilità e lascivia passano in secondo per dare rilievo ad un destino che pur dando occasione a Pan di avere innumerevoli accoppiamenti con altrettante donne non gli consente mai di formare una coppia; Pan avrà sempre una natura solitaria, rimarrà sempre un bambino abbandonato.

La morte di Pan

Ma perché in epoca cristiana all’immagine di un dio benevolo e generoso è stata progressivamente sovrapposta quella di un demone, della quintessenza del principio del Male?
Pan è l’unico dio che morì, secondo Plutarco: una morte purtroppo inevitabile, sospinta dall’avanzare del cristianesimo e di fronte al rifiuto della sessualità e degli istinti, anche se diversi commentatori di Plutarco sono concordi nell’affermare che Pan non sia morto ma che giaccia soltanto addormentato, ovvero rimosso. E quando l’umano perde la connessione personale con la natura e l’istinto personificati, l’immagine di Pan muore per lasciare spazio all’immagine del Diavolo.
L’operazione compiuta dal cristianesimo fu quella di evocare dalle ceneri di Pan il Diavolo, che nella cultura cristiana è l’avversario dell’uomo e della creazione (quindi anche della natura stessa); tuttavia Pan non è morto, ma dorme dentro di noi: può risvegliarsi se si recupera la connessione personale con la natura e con l’istinto.

The Pagan Circle

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